Troviamo
infatti Toro e Doc davanti al saloon che stanno aggiornando lo
sceriffo di quanto accaduto e si trovano ben sorpresi di vederci
arrivare. Dal farfugliare di Rhodes lo sceriffo capisce subito che
quello che è accaduto non torna, e capisce dalle imprecazioni di
Carter, che chiudere al sicuro il proprietario dell’emporio può
sicuramen
te non essere una cattiva idea, così lo affida al suo vice
per portarlo in cella. Ci ritroviamo tutti cosi al saloon per
festeggiare un altro caso, che comunque pare risolto, e io non posso
fare a meno di domandarmi come sia possibile che degli imprenditori
come Rhodes e Bradford siano caduti vittime della superstizione,
Pablito, ovunque egli sia è semplicemente un farabutto. Siamo in
tarda serata e sono passate alcune ore ormai quando sentiamo grida
provenire dalla strada. Ci raggiungono il vice e lo sceriffo
raccontandoci che stavano scortando indietro Rhodes perché aveva
mostrato la volontà di raccontare ancora particolari quando sono
stati aggrediti, e Rhodes ha perso la vita come tutti gli altri,
mummificato. Cerchiamo di collegare come gestire quanto successo
quando, i più svelti di occhio notato una figura misteriosa in uno
scorcio poco illuminato della strada, e i più svelti con la pistola
colpiscono. Troviamo subito tracce di sangue, che si allontanano, non
può essere altri che Pablito, parte l’inseguimento. Carter balza
subito davanti, seguito da Toro e Doc. Fatico a tenere il loro passo
è solo poco tempo che mi sono riscoperto uomo d’azione, ogni
occasione durante il tragitto è buona per i miei compagni per
tentare un altro colpo di pistola. La notte è sempre più buia
mentre arriviamo nei pressi del fiume, le ore che seguono sono
riassumibili con poche parole, spari e acqua. Carter tenta
l’inseguimento in acqua, tentiamo di supportarlo alla meglio, ma la
situazione è frenetica, Pablito quasi inumano, tantoché riesce a
guadare il fiume. Il nostro gruppo arrivato dall’altra parte della
riva riesce solo a scorgere un cavallo dietro la collina che si
allontana e constare che ormai è ora di tornare indietro, sconfitti.
martedì 30 settembre 2014
domenica 28 settembre 2014
False testimonianze
E’
evidente che diviene necessaria un'altra indagine con i proprietari
dell’emporio, la fortuna ci assiste e incrociamo Bradford uscire
dal saloon. Non appena ci avviciniamo Bradford appare più stizzito,
se possibile, dell’ultima volta, ma Toro e Doc impiegano pochissimi
secondi a prepararlo all’interrogatorio. Il comproprietario
sostiene di non vedere Pablito da giorni e che tutto ciò sia
assolutamente normale, la reticenza del commesso è talmente strana
che persino il capitano mantiene la calma curioso di scoprire cosa
c’è davvero dietro. Ma ecco che Bradford, fa appena un piccolo
cenno per congedarsi, che lo vediamo, prima cadere a terra e dopo
pochi secondi, ecco l’incredibile, il corpo mummificato in pochi
secondi, sono esterrefatto. Anche se l’istinto mi gridava di
cercare riparo, è evidente che è stato un colpo mirato e posso
avvicinarmi al cadavere per notare un piccolo foro sul collo e un
altrettanto piccolo dardo vicino, il caso potrebbe essere risolto. Da
una veloce ricostruzione, la soluzione più plausibile è appunto
un’alleanza fra Bradford e Pablito per derubare Rhodes, per Carter
il caso sarà completamente chiuso dopo aver informato il
proprietario superstite, così io e lui ci dirigiamo all’emporio,
mentre Toro e Doc rimangono al saloon per attendere l’arrivo dello
sceriffo e informarlo dell’accaduto. Arrivati all’emporio
troviamo tutto chiuso, siamo quasi decisi ad abbandonare l’ultimo
saluto a Rhodes, quando sentiamo dei rumori provenire dal
retrobottega, dobbiamo bussare animatamente e più volte, perché il
proprietario compaia alla porta. Rhodes ascolta con attenzione la
storia, e noto subito in lui più paura che rabbia per il tradimento,
così Carter decide di andare a fondo alla questione calcando un po’
la mano, e inaspettatamente il proprietario, scoppia in lacrime al
grido di “non voglio morire.” La situazione diventa così
addirittura tragicomica, Rhodes piange e solo dopo alcuni ceffoni del
capitano, riprende a raccontare, ma questa volta, la verità. Pablito
ha bussato all’emporio qualche settimana fa, presentandosi
inizialmente come un semplice manovale in cerca di lavoro, per
mostrarsi come una specie di “stregone” e ricattare gli stessi
proprietari, infatti, Rhodes, ci comunica che lui e Bradford nel
recupero fucili non avevano la benché minima parte. Trasciniamo
fuori Rhodes e decidiamo di portarlo al saloon con noi, dove ormai
dovrebbe trovarsi lo sceriffo, per affidarlo alle sue cure e
dimenticarci di questa pessima storia, il tutto solo dopo l’ennesimo
ceffone di Carter al piangente prigioniero.
venerdì 26 settembre 2014
Il cadavere mummificato
Oltre
le canoe, la vegetazione nasconde quello che a giudicare dai vestiti
sembra essere l’aiuto macchinista scomparso, ma la cosa inquietante
è che lo troviamo completamente mummificato, quando sappiamo
benissimo che non più di un paio di giorni sono passati dalla sua
presunta morte. Accingendomi a esaminare il corpo noto un foro,
probabilmente provocato da un dardo alla base del collo, un veleno
forse? Dall’avventura con Victor, non mi stupirei se si trattasse
di un composto capace di provocare un una mummificazione dei tessuti.
E a sostenere la mia teoria che espongo a un sempre più irritato
Carter, per via delle stranezze della situazione, trovo vicino al
corpo quello che sembra un piccolo contenitore rotto. Torniamo in
città ormai alle prime ore della sera, ed è così che incrociamo lo
sceriffo durante la sua pattuglia. Alle domande di Cane sui nostri
risultati, mostriamo in risposta il contenitore, e al nostro gesto,
lo sceriffo ci svela che null’altro si tratta del medaglione di
Pablito, il tuttofare di Rhodes. Quasi a voler spezzare la tensione,
si avvicina a noi, un distinto signore, che riconoscono subito essere
qualcuno di acculturato, a differenza della maggior parte di incivili
che stanno popolando le nostre avventure americane; egli si presente
come Arthur Jones, ricercatore anche lui in viaggio e nello specifico
per la Virginia. Carter quasi scocciato per la situazione, al sentire
la parola “ricercatore” decide di provare a chiedere informazioni
al signor Jones, sullo strano contenitore da noi ritrovato. Mentre
osservo Jones, analizzare, riesco a rendermi conto che si tratta di
un uomo in possesso di una grande cultura, ma di un pessimo metodo di
studio, infatti riesce solo a ricordarsi di averlo già visto, ma
nulla più per poi correre verso il treno, solo dopo aver promesso a
Carter che avrebbe scritto dalla Virginia per darci qualche
informazione in più.
domenica 21 settembre 2014
Arizona City
Arizona
City, Luglio, 18, 1880. Arriviamo come al solito a metà mattinata,
Arizona City è piccola formata dall’emporio e dalla ferrovia come
uniche strutture degne di nota ed è vicino al confine, questo mi
porta alla supposizione che dietro tutto potrebbero tranquillamente
esserci l’opera dai messicani, quella sporca feccia che altro non
fa che devastare le terre vicino al confine, se non fosse per le
strane modalità, quindi non ci resta altro che indagare. Come prima
tappa in città la visita allo sceriffo è una scelta obbligata, e
scopriamo con curiosità che anche qui la reputazione di Carter lo
precede. Lo sceriffo Oscar Cane ci accoglie con pochi convenevoli e
ci racconta subito i dettagli che potrebbero fare la differenza nella
nostra indagine: i fucili aumentavano di numero a ogni carico e sono
sempre stati senza scorta, ed ogni furto è stato mirato e senza
vittime, salvo l’ultimo dove l’aiuto macchinista di coda è
sparito completamente e misteriosamente, forse un complice? L’unico
indizio veramente degno di nota è la mappa della zona, che segna i
punti sensibili, tra i quali il Gila River che costeggia un piccolo
tratto del percorso del treno. Ancora confusi dal mistero altra,
tappa obbligata per capirci qualcosa è la stazione, dove troviamo il
capo macchinista Anthony. Uomo rude e di fatica aggiunge ben poco a
quel che già sapevamo confermandoci che dalla capo del treno nulla
ha potuto sentire o vedere salvo alla stazione notare che il carico
veniva ogni volta sistematicamente rubato. Ormai stanchi di non avere
un quadro chiaro ci dirigiamo direttamente alla fonte, all’emporio
Rhodes dove veniamo accolti dal signor Bradford, uomo talmente
anonimo che viene scambiato da Carter da nulla di più che un
commesso, rivelandosi invece il socio dell’emporio. Rhodes conferma
al capitano Carter che la mancanza della scorta per il carico era
dovuta a una ristrettezza di fondi e che non ha nessun sospetto in
particolare, mentre a durante il mio interrogatorio a Bradford, non
emerge nulla di più. Decidiamo quindi di fare un ultima prova
ripercorrendo a ritroso la ferrovia e dopo circa un’ora arriviamo
vicino al fiume. La zona che unisce la ferrovia al Gila River è
quanto mai piena di sorprese, troviamo nascoste tra la vegetazione
alcune canoe non riconducibili a nessuna tribù, ma abbastanza
sospette da indicarci che potrebbero essere state usate per
trasportare il carico, che magari era stato fatto cadere in acqua
durante il tragitto, così mentre la situazione sembra sbloccarsi,
ancora un volta il mio occhio attento è fondamentale.
mercoledì 17 settembre 2014
Partita a Poker
Prima di lasciarci andare, ci
informa del miglior saloon dove riposarci ma ci avverte anche di fare
attenzione a WildCat, un famoso giocatore che è arrivato in città.
Non appena lo sceriffo parla di poker, Doc si allontana pronto alla
ricerca di emozioni e alcool con il cosiddetto professionista del
poker; non posso fare a meno di seguirlo sono curioso di studiare
tale individuo WildCat. Così ci separiamo Carter intima che se non
riesce a levarsi la polvere di dosso avrebbe cominciato a sparare a
chiunque avesse davanti, lui e Toro Scatenato si dirigono così alla
ricerca di un bagno mentre io e Doc siamo impazienti di verificare le
abilità al poker del famoso giocatore. Doc si siede davanti a
WildCat senza dire nulla, con bottiglia di whisky alla mano, e così
ben presto siamo carte alla mano. Si potrebbe pensare che in America
come in Europa il poker sia un gioco di astuzia, di sottigliezze e
studio dell’avversario, ma non ci sarebbe nulla di più sbagliato,
nel “selvaggio west”, parliamo di un gioco di sguardi e di
intimidazione. Doc quasi non guarda le carte, talmente è tanto
concentrato sul nostro avversario, talmente tanto, che per un momento
vedo WildCat quasi spaventato, almeno fin quando tirate giù le
carte, il suo punto è il superiore. Strano questo americano, gioca
in modo violento e quasi arrabbiato, così poco concentrato al gioco
che per me è difficile interpretare le sue emozioni. Secondo giro,
oramai io e gli altri due gentiluomini al tavolo siamo solo gli
spettatori della partita fra WildCat e Doc, la tensione è palpabile,
tutto il saloon è avvolto in un innaturale silenzio, che viene
spezzato solo dalle parole di WildCat “scala”. Dopo i quindici
secondi più lunghi ai quali abbia mai assistito, Doc, senza nemmeno
sorridere, sentenzia la fine della partita con un solo sibilo
“poker”. Sembrerebbe tutto finito, quando il nostro avversario,
non si mostra altro che un bambino capriccioso, accusando il mio
compagno d’avventura di barare, Doc sprezzante lo invita a bere, e
di tutta risposta WildCat riesce solo a provare a estrarre le pistole
prima di scappare fuori dalla porta per i colpi di Doc, la partita è
vinta e la pelle e i soldi sono salvi, anche per oggi. Mentre Doc
comincia a festeggiare nel suo modo preferito e io comincio il mio
studio, prettamente scientifico, per le donne locali, entrano nel
saloon Carter e Toro. Abbiamo solo voglia di rilassarci quando gli
Earp si siedono al nostro tavolo, questo è quello che mi verrà
raccontato al mattino dai miei compagni, mentre ero impegnato negli
studi in camera con la signorina del locale. Ad Arizona city si sono
verificati tre furti di fucili, tutti riconducibili al carico del
signore Rhodes e tutti avvenuti durante il trasporto verso la citta
da San Francisco. Quel che io ricordo della mattina successiva è il
cavallo che mi conduce ad Arizona city.
giovedì 11 settembre 2014
Tombstone
Tombstone, Luglio, 17, 1880. Il
viaggio verso la nostra nuova tappa è stato molto diverso da come lo
avevo immaginato, credevo avremmo cercato di analizzare e capire la
situazione in cui eravamo incappati, invece i miei compagni non hanno
fatto altro che rimuginare ad eccezione dei canti dell’indiano si
può praticamente dire che abbiamo viaggiato nel silenzio più
totale, come se Carter fosse arrabbiato nonostante le scoperte e la
vittoria in miniera, cosa sarà successo? Tombstone è davvero
grande, ancora lontana dalle vere città dell’Europa ma non posso
non apprezzarne la vivacità e l’affollamento. In particolare è
curiosa la gran calca vicino a quello che scorgo essere un patibolo,
con ben tre uomini in attesa del giudizio dei quattro inflessibili
sceriffi sotto di loro. Mi soffermo con lo sguardo verso gli uomini
in nero che si dirigono verso di noi; ma prima che possa dire
qualcosa, il più alto dei tre ha sparato al cappio di uno dei
condannati. Il tentativo di fuga di questi sporchi bifolchi ha vita
breve, infatti uno di loro è già a terra sotto i precisi colpi di
Doc mentre Carter comincia a puntare gli altri due. Io e Toro ci
dirigiamo verso la folla, l’uomo che si è ribellato al cappio
tenta di fuggire aizzando il cavallo contro la folla. Cerco di
divincolarmi meglio che posso ricordando le giornate a cavallo nella
tenuta, presto io e il malvivente siamo fuori dalla folla, di quei
momenti concitati ricordo solo il viso spaventato dei passanti
durante il breve inseguimento e infine Toro Scatenato che mi aiuta a
rialzarmi dopo la caduta da cavallo, credo di aver giudicato male
l’indiano… Mentre mi riprendo noto che Doc e Carter hanno
sbaragliato facilmente gli aggressori e stanno discutendo con gli
sceriffi. Quando mi avvicino scopro che abbiamo a che fare con i
fratelli Earp, tutori dell’ordine di queste zone, che ci
ragguagliano sulla situazione. Il tentativo di fuga che abbiamo
sventato era ad opera dei Cowboys, un gruppo di fuorilegge al soldo
di Grucius, un poco di buona che terrorizza questa zona, da molto
tempo. Wyatt Earp inoltre ci informa che la nostra permanenza a
Tombstone sarà breve, il governo ci ordina di tornare al confine, ad
Arizona City per investigare su uno strano furto di fucili. Siamo
sempre al servizio delle legge e dell’avventura, anche se il
capitano si convince a partire solo al parlare della ricompensa.
domenica 7 settembre 2014
La fine o l'inizio?
In
seguito questo è quanto ricostruii grazie ai racconti dei miei
compagni di quanto era accaduto nella miniera, unito al mio
successivo sopralluogo. Carter, Doc e Persino l’indiano hanno
dimostrato il loro valore addentrandosi nella miniera combattendo con
quelli che sembrarono a prima vista una sorta di cadaveri rianimati
scientificamente, però a poco è servito il loro tentativo di
inseguire il responsabile che a quanto pare
si trovava nella miniera
proprio in quel frangente. Pare che dietro tutto ci sia il mio
vecchio compagno di università Victor, che nella miniera utilizzava
i corpi dei minatori per una sorta di esperimento, dai suoi studi, ho
potuto ricavare solamente che la formula che utilizzava era stata
scoperta insieme ad antichi resti indiani. Antichità indiane che
raccontavano una storia quanto mai curiosa. Secoli or sono degli
esseri arrivati dalle stelle attaccarono le tribù del luogo, che
riuscirono a ricacciarli con l’aiuto di cinque valorosi capi.
Ovviamente stiamo parlando di allucinazioni dovute al fumo dei
selvaggi, ma di concreto c’è che i cinque corpi erano qui presenti
e sono proprio quelli di cui si sono appropriati i teschi.Carter e gli altri dopo aver perso le tracce del colpevole, si ricongiungono a me solo per fuggire in fretta verso la città, per cercare di capire di più sulle possibili implicazioni nella comunità stessa. Nessuno di noi vuol parlare più del dovuto di quanto accaduto e visto nella miniera la tensione palpabile viene rotta dall’arrivo di Matt che ci svela quello che potevamo già intuire. Il colonnello dell’avamposto militare ci ha fatti seguire e tenere d’occhio fin dal nostro arrivo e ora sta cercando di farsi consegnare un mandato per arrestarci, come minimo.
La nostro ultima tappa in città e presso lo sceriffo per metterlo al corrente dello stretto indispensabile e per ragguagliarlo sulla fine del povero Jacky. La situazione è tesa e subito dopo il rapporto di Carter per telegrafo, siamo tutti d’accordo per partire alla volta della vicina Tombstone, come unico indizio presente sulle carte di Victor, c’entreranno davvero i teschi? E l’inizio di un avventura o di un incubo?
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